IL PONTE SULLO SCRIVIA

Anche per il Ponte monumentale sullo Scrivia, così come per il Palazzo ora comunale, la più antica testimonianza al momento, è quella del notaio Massarotti nell’ Archivio di Stato di Genova.
Questa mappa mostra molto chiaramente il collegamento del ponte con una strada che dalla zona di Ca’ di Gatti, va verso nord poco sopra l’attuale strada per il Cimitero.
E’ quindi chiara la sua funzione di collegamento tra la porzione di feudo di
Ronco e quella di Rocchetta e Roccaforte.
Le prime notizie scritte si devono ai restauri ottocenteschi.
Ci si rifà per questa breve storia all’ articolo degli architetti, dott.ssa Ariella Ginesi e dott.ssa Enrica Levati, pubblicato nel libro di Lorenzo Tacchella su Tassarolo, Ed. 2001.
Le professioniste che ne hanno curato nei primi anni del 2000 la catalogazione sotto la sorveglianza della Soprintendenza per i Beni ambientali e Architettonici della Liguria, ce lo descrivono così:
“Il manufatto si presenta a quattro arcate di cui quelle di sponda sono di minore altezza e le due centrali di maggiore elevazione, basate sopra quattro pile costruite con pietre del paese munite di rostro o contrafforte triangolare in pietra da taglio”.
Nel 1884 un sopraluogo congiunto lo trova “in assai cattivo stato” e mal riparato dai lavori fatti urgentemente nel 1834 a causa di una rovinosa piena del torrente.
Nel 1887, l’abbassamento da parte del genio Civile dell’alveo dello Scrivia, ne peggiora ulteriormente la situazione.
Tra molti sopraluoghi, delibere e qualche intervento, si arriva al 2 marzo 1910 quando il ponte viene dichiarato monumento nazionale.
Il 13 marzo 1910, il Genio Civile invia al Comune di Ronco questa lettera:
"Confermo nuovamente l’avviso espressole nel sopraluogo del 25 febbraio e che cioè, molto opportunamente si è provveduto impedendo il transito dei carri su detto ponte. Per la stessa considerazione credo sarà opportuno che questo Comune provveda alle comunicazioni delle due sponde dello Scrivia, entro l’abitato del Comune con un passo a guado ... abbandonando l’idea di una qualunque riforma del ponte. Trattandosi di opera dichiarata monumento d’arte pregevole e di storia ..."
Nel 1912 si effettuarono alcuni restauri, ma nel ’13 fu necessario un altro “sopraluogo per determinare il pericolo che correva la popolazione attraversando il ponte”. Nel contempo, il Comune ordinava l’apposizione di paracarri all’entrata del ponte per evitare possibili disgrazie. L’ultimo restauro ha consolidato il manufatto e lo ha riportato all’aspetto antico riposizionando i parapetti all’altezza originale, pulendo la muratura, ripristinando la pavimentazione e soprattutto, riaprendo gli accessi all’interno del ponte che immettono in: “una camera centrale con spazi disposti lateralmente ad essa” (il tutto messo in sicurezza), ingegnoso sistema risalente all’epoca della sua costruzione che permette di controllare costantemente lo stato di salute dell’importante struttura.