IL CASTELLO DI RONCO

Per quanto non molto alta, dalla propaggine dei monti che racchiudono Ronco a ponente, si domina tutta la valle, dall’ ingresso sud a quello nord. In questa posizione, su di un pianoro, forse in parte artificiale,è stato costruito il castello.
Protetto da una scarpata piuttosto ripida, ma abbastanza vicino al fondo valle da poter in pochi minuti, piombare sugli intrusi che osavano avventurarvisi, era già importante presidio della Famiglia Spinola nel 1227 come testimonia il famosissimo documento della Lega Lombarda.
Del castello di Ronco sono note le notizie tramandateci da Caffaro, Stella, ecc., raccolte da Ferretto e dalla Sisto e infine, divulgate da Tacchella.
Quest’ultimo ha accreditato l’ipotesi di una sopravvivenza e addirittura una fruizione dell’edificio da parte dei feudatari fino al XVII s.
Gli inediti documenti dell’ Archivio Salvago Raggi ci fanno conoscere una realtà ben diversa.
Già dal 1524, i signori condomini di Ronco non stipulano atti notarili al castello, ma nella loro “casa” in Ronco.
La vendita del mercoledì 2 luglio 1550 da Gregorio, condomino del Feudo a Stefano, signore di Roccaforte, che diverrà unico feudatario di Ronco, ha luogo “loco ronchi in sala domus habitacionis … Gregori…”, e, ancora più esplicitamente, nello stesso atto, nell’elenco dei beni venduti da Gregorio a Stefano, vi è “la casa dove abita ed è solito abitare detto Gregorio che esiste in detto luogo di Ronco”.
Se ne deduce che i feudatari avevano una dimora nel paese, che, non è ancora il palazzo,(citato nei documenti del 1625), ma non è già più il castello.
Il quale castello, nel 1543, risulta diroccato.
Il 21 aprile 1543, Simone q. G.B., consignore di Ronco, vende al signore di Roccaforte, Stefano Spinola di anni venticinque,, marito di sua figlia Perinetta, la sua metà del feudo con “ dimidiam castri dirupti dicti loci Ronchi…” e la metà dei possedimenti di detto castello.
A supporto della notizia di questo documento, c’è la ricognizione sui Feudi Imperiali fatta nel 1562 da Cristoforo Massara, commissario regio di Tortona per conto del Ducato di Milano: Isola ha “un castello fatto di nuovo per battaglia da mano forte” , il Borgo dei Fornari ha “un castello non forte”, mentre per Ronco non si parla di castello.
Chè, evidentemente, non l’aveva più.
Una auspicabile campagna di scavi e adeguati studi sul sito,potrebbero far conoscere la struttura e la consistenza di quella che è stata una delle più potenti roccaforti degli Spinola: testimone del consolidarsi della loro fortuna in Valle Scrivia.