IL BORGO DI RONCO

I documenti dell’A.S.R ci danno alcune, piccole indicazioni sull’abitato del villaggio nei secoli XV e XVI.
Oltre la casa dove abita, Gregorio, vende a Stefano una casa detta il “Granaro” con cascina e un’altra diroccata, con uno spiazzo davanti e col viridario murato, nonché la proprietà contigua alla casa di abitazione di Gregorio, mentre l’altro consignore, Simone (signore di Busalla e Montessoro), gli vende una casa con cascina, stalla e terreno in Ronco nei suoi confini e anche un viridario posto fuori dal borgo e la già citata metà del castello distrutto con la metà dei suoi possedimenti.
I documenti conosciuti attualmente non danno nessuna indicazione che permetta di identificare la dimora dei feudatari. Era una sola usata indifferentemente o ogni consignore aveva la sua?
Possiamo solo fare ipotesi che generano interrogativi.
Il borgo medievale era sicuramente fortificato. Il termine “ castrum” non indica solo la fortezza, ma un “borgo cinto da modesta fortificazione”.
Infatti, ancora nel disegno del notaio G.B. Massarotti, incaricato dalla Repubblica di Genova di controllare i suoi confini e quelli di alcune zone dell’ Oltregiogo, si possono identificare tracce di mura che, scendendo dal castello, cingono il borgo.
Sappiamo anche che nel 1316, Raffaele Adorno, distrugge le mura di Ronco che saranno fatte riedificare da Filippo M. Visconti.
(Una parte di queste mura esiste ancora, inesorabilmente minacciata dall’ incuria e dall’ignoranza dell’uomo e dall’inclemenza della natura).
Verso Sud, lo sperone del monte, scendendo verso lo Scrivia, formava una barriera naturale (in alcuni documenti molto più recenti si parla della “porta verso Genova”), a Est, si può ipotizzare che le mura passassero dove è stato costruito il palazzo per poi risalire la collina un po’ prima della Cappelletta (costruita nella metà del Seicento).
In questo perimetro,esistono ancora costruzioni che conservino parti cinquecentesche da poter identificare con le antiche dimore dei feudatari consignori di Ronco?